MARIA
Abbiamo già detto della profonda devozione di Padre Félix
alla Madre di Gesù. Però non crediamo che questo elemento
della nostra spiritualità debba considerarsi semplicemente
come una benigna importazione dalla Società di Maria ai
missionari dello Spirito Santo; non è così. Maria entra di
suo nella spiritualità della Croce, grazie alla sua intima
relazione con Gesù, Sacerdote e Vittima.
Maria è il modello di chiunque voglia seguire Gesù come
Sacerdote e Offerta perfetta al Padre.
La vediamo nel tempio di Gerusalemme, offrire il suo Gesù al
Padre, con maggiore realismo e con maggiore diritto di
quanto possa fare qualsiasi sacerdote nella Messa. Dio
stesso vuole illuminare Maria sulla trascendenza di
quell’offerta, e le manda Simeone come profeta: «Guarda,
questo bambino è destinato a far sì che molti in Israele
cadano o si sollevino. Sarà come una bandiera per la quale
si combatte, e verranno allo scoperto le intenzioni di molti
cuori. Però tutto questo sarà per te come una spada che ti
trafiggerà l’anima»" (Lc 2,19).
E quando giunge «l’ora»
di Gesù, giunge anche l’ora di Maria. È l’ora della
Passione, l’ora degli scherni, delle percosse, degli sputi,
della crocifissione, dell’asfissia, dell’agonia, della
morte…
«E vicino alla croce di Gesù stava in piedi sua madre»
(Gv 19,25). Non si trovava lì come foglia trascinata
dalla tempesta che si era abbattuta su Gesù. Ella aveva
liberamente seguito i passi del figlio fino all’arrivo sul
monte, ed ora era lì, in piedi, come i sacerdoti nell’atto
di immolare una vittima a Dio. E la vittima era il figlio di
tutti i suoi amori; ed anche la sua anima, trafitta dalla
spada, con un dolore più grande del mare… Però Maria non fa
altro che ripetere le parole che riassumono la sua vita:
«Ecco Signore, la tua
serva. Tutto si faccia secondo la tua parola…»"
(Lc 1,38).
Vivere la spiritualità della Croce significa esattamente
vivere la vita di Maria: Offrire al Padre, come unica
offerta di salvezza, il Figlio «in cui il Padre ha posto
tutta la sua compiacenza»; e offrirci insieme a Gesù per
fare la volontà del Padre, senza limiti, senza condizioni,
senza riserve. Tutto per la gloria di Dio, tutto per la
salvezza dei fratelli, tutto per amore…
Però Maria non visse, ma VIVE NEL PRESENTE, facendo
quell’offerta sacerdotale di Gesù e di se stessa al Padre,
in quel «santuario eterno, che non appartiene a questa
creazione, in cui Cristo agisce come Sommo Sacerdote, in cui
offre il suo sangue per ottenere la salvezza eterna per noi»
(Eb 9,11).
Il sacerdozio di Maria è molto più perfetto adesso che
partecipa pienamente della scienza divina e dell’eterno
amore di Dio stesso. Per questo ci si raccomanda tanto di
fare la nostra offerta del Verbo Incarnato e di noi stessi:
PER MANO DI MARIA. Cioè unendoci alle sue intenzioni, che
sono molto più sagge delle nostre; e unendoci al suo amore
che è molto più perfetto del nostro. A questo si riferiscono
le Costituzioni dei missionari dello Spirito Santo al
numero 10:
"La spiritualità della Congregazione si concretizza offrendo
il Verbo Incarnato e offrendoci con Lui al Padre, per mezzo
di Maria per la salvezza del mondo".
Gli anni che Maria visse sulla terra dopo l’ascensione al
cielo del Figlio, sono di interesse speciale per noi. Perché
durante quel periodo della sua vita,
Maria fu più che mai vicina a tutti noi: visse di fede e di
speranza. Come noi si trovò a camminare nell’oscurità
aspettando la luce. Procedette nell’ansia di vedere Dio, e
nel dolore di non vederlo. Proseguì nella speranza delle
promesse, senza possederle. Camminò nell’amore che brama di
stare con l’oggetto del suo amore che è lontano. Camminò
nella preghiera che si alimenta di pura fede. Visse come
noi… Soffrì come noi… Attese molti anni… Come noi… e nel
frattempo la sua occupazione principale era la Chiesa
nascente. Quell’altra parte del suo Gesù. Quel nuovo "Corpo
di Cristo" che doveva curare, e alimentare, e amare con la
stessa tenerezza del Gesù di Betlemme… E Maria si offriva al
Padre per i discepoli di allora, e quelli di oggi, e quelli
di sempre ed esercitava così il suo sacerdozio con la sua
paziente attesa. Ci otteneva grazie di salvezza, con Cristo,
per Lui e in Lui.
Quanto detto finora, risulta perfettamente riassunto ai
numeri 56 e 57 delle nostre Costituzioni, che
chiariscono perché Maria è parte integrante della nostra
spiritualità.
"Fin dall’Incarnazione del Verbo, Maria è rimasta
inseparabilmente unita all’opera redentrice e santificatrice
di Cristo. Nella presentazione al tempio, fece l’offerta di
Gesù al Padre, poi fu ai piedi della Croce, accettando con
amore la morte del Figlio, e unendo i suoi propri dolori
all’immolazione sacerdotale di Cristo. Maria fu data come
Madre, per mezzo dello stesso Gesù, a tutti i credenti,
rappresentati nella persona del discepolo amato. Maria
implorò con la sua intercessione potente,
il dono dello Spirito Santo che fu riversato nel giorno di
Pentecoste.
Dopo l’Ascensione del Figlio, Maria portò a compimento la
sua missione materna e, con il dolore della sua solitudine,
ottenne grazie a favore della Chiesa di tutti i tempi".
Naturalmente la pietà mariana di Padre Félix non si limita
all’aspetto sacerdotale della vita di
Maria, né agli
anni della sua solitudine, ma abbraccia l’intero splendido
panorama della mariologia cattolica.
Vediamo
ora alcuni scritti di Padre Félix sulla devozione alla Madre
di Cristo. Sono tutti presi dal suo libro intitolato
Maria, salvo diversa indicazione:
"Sto
scrivendo un libro intitolato Maria (la sua vita, le
sue virtù e il suo culto). Desidero offrire questo piccolo
omaggio, anche se modestissimo, alla nostra amatissima
Madre, e spero sia utile a far sì che tutti possiamo
contribuire a farla amare un po’ di più".
“Alla conclusione di questo modesto lavoro, vedendo in Maria
tanti singolari privilegi, tante glorie, tanta bontà
materna, e soprattutto tanta intimità con le tre Persone
Divine, ho capito ancora meglio questa geniale definizione
di Maria: Maria liber incomprehensus dice San
Epifanio. Maria è un libro incompreso, impenetrabile, perché
impersona vicinanze inaudite tra il divino e l’umano".
"Maria, negli eterni disegni di Dio, fu predestinata come
nessun’altra creatura, a collaborare molto da vicino al
mistero della Redenzione umana realizzata da Gesù Cristo,
soprattutto per la partecipazione che ebbe nell’Incarnazione
e nella Passione e morte di Gesù".
"La predestinazione di Maria alla maternità divina,
stabilisce tra il Verbo Incarnato e la Vergine Madre una
connessione tanto intima da creare tra queste due anime una
comunione di prerogative e di grazie. In virtù di questa
associazione, stabilita da Dio, l’umile Vergine di Nazareth
occupa un posto distinto in tutti i misteri del Salvatore,
da Betlemme fino al Calvario, e dalla perfetta obbedienza al
Padre fino alla glorificazione, in corpo e anima, negli
splendori della vita eterna".
"Guardate con quale magnificenza Maria esercita il suo
sacerdozio: A Nazareth accetta, in piena libertà, di dare al
cielo e alla terra la prima Ostia pura che sostituisce gli
olocausti che Dio non gradisce… Maria è come il primo altare
in cui Gesù si offre per noi, in Lei ha inizio la
celebrazione di quella Messa che si consumerà in maniera
cruenta sulla Croce”.
“O Vergine Madre, la tua è stata una vita pienamente
sacerdotale. Tu hai generato la Vittima del nuovo culto, e
col tuo potere speciale di Madre l’hai offerta all’Altissimo
per i peccati del mondo, e donandoci il tuo Gesù da Betlemme
al Calvario, ci hai dato in Lui la vita, e per questo sei
Madre di tutti. Non è forse vera Madre quella che ci dà la
vita?".
"Maria, essendo la creatura più amata da Dio, fu senza
dubbio la donna che più ha sofferto in questo mondo.
Potremmo capire la magnitudine del suo dolore solo se
potessimo conoscere l’immensità del suo amore per Gesù. E
perché Gesù volle che soffrisse tanto? Perché la sua
Provvidenza amorosa voleva che Maria fosse colei che più
intimamente veniva associata in tutto al Figlio, e meritasse
con Lui la ricompensa più grande, per la sua obbedienza e la
sua fedeltà eroica; e perché in Lei avessimo un esempio
costante".
"Nel sacrificio del Calvario,
Gesù è ad un tempo Sacerdote e Vittima. È Vittima in quanto
immolato; però è anche il Sacerdote che immola ed offre:
«Nessuno mi toglie la vita. Io la do volontariamente» (Gv
10, 18). Ed anche Maria ha questo ruolo di sacerdote e
vittima: è sacerdote perché accetta liberamente la morte di
Colui che può definire la
SUA offerta, per la salvezza degli uomini, ed è vittima con
Cristo perché la sua anima viene trafitta ed il suo cuore
crocifisso alla visione del martirio di
Colui che amava più della
propria vita. Non chiediamoci perché Gesù non volle evitare
alla sua santissima Madre la visione, tanto terribile e
dolorosa per Lei, della sua
morte in Croce. È evidente che intendeva associarla alla sua
vita ed alla sua opera più che mai in quel momento in cui si
consumava la redenzione dell’umanità. E Maria accettava
tutto con tale perfetta carità che Sant’Alfonso Maria de’
Liguori le applica quelle stesse parole che San Giovanni
dice riferendosi a Dio Padre: «Maria ha tanto amato il mondo
da darci suo Figlio perché avessimo la vita eterna»".
La redenzione operata da Gesù Cristo è l’unica causa vera,
totale e sovrabbondante della nostra salvezza, che rende
superflua qualsiasi altra iniziativa che pretendesse di
unirsi al sacrificio di Gesù perché fossimo giustificati e
santificati. Però è lo stesso Dio che amorevolmente ha
voluto associarci a Cristo nell’opera di redenzione. È Gesù
stesso che ci dice: «La messe è molta e pochi i mietitori;
pregate dunque il Signore perché mandi più mietitori per la
sua messe» (Mt 9, 37).
Così dunque, ciascuno secondo le sue forze, tutti siamo
operai di Dio; collaboratori di Cristo nella redenzione
umana. Alcuni contribuiscono con la preghiera, altri con i
loro sacrifici, altri con la predicazione, altri con
l’educazione cristiana dei figli; così gli sforzi ed i
meriti di ciascuno vanno a beneficio di tutto il popolo di
Dio. È questo il dogma della comunione dei Santi, che
recitiamo nel Credo, spesso senza capirlo. Significa la
comunione dei beni spirituali che esiste in tutti i
credenti.
È su questa linea che la Madre di Gesù ha collaborato come
nessun’altro, ed in un modo unico ed eccezionale per la
nostra salvezza, e per questo ha meritato il titolo di
Corredentrice.
"Per Maria è una sola cosa essere Madre di Gesù e Madre
nostra, perché Gesù ha voluto che fossimo Uno con Lui: un
solo albero con i suoi rami (cfr. Gv 15, 5). Un solo corpo
unito al suo capo (cfr. 1 Cor 12, 27). Per il suo cuore
maternale amare Gesù e amare noi è la stessa cosa, perché
Gesù è il nostro Fratello Maggiore, e noi siamo gli altri
figli del Padre. Questa certezza di essere così uniti a Gesù
è alla base del nostro amore filiale a Maria: e ci
rivolgiamo a Lei chiamandola con piena fiducia: nostra Madre
del Cielo, nostra Madre amorosissima, nostra Madre tenera".
Questo titolo di Madre nostra che attribuiamo a Maria
è pienamente sostenuto dal concilio Vaticano II: Maria è
Madre, quanto alla vita di grazia, perché ha cooperato in
modo del tutto singolare alla restaurazione della nostra
vita soprannaturale, concependo Cristo, dandolo alla luce,
alimentandolo, offrendolo al Padre, e soffrendo unita a Lui
mentre moriva sulla Croce.
Giustamente i Papi considerano Maria non come mero strumento
passivo nella Redenzione, ma come attiva collaboratrice
nell’opera di salvezza degli uomini, per la sua fede e per
la sua obbedienza a Dio (cfr. LG, 56). Indubbiamente
dobbiamo molto alla nostra madre terrena; ma alziamo gli
occhi più in alto, alla nostra Madre celeste, che ci ama
ancor più della nostra madre terrena. La Santissima Vergine,
la Madre di tutti i Santi, la stessa Madre di Gesù, è Madre
di ciascuno di noi.
"Una volta assunta in cielo, la Madre di Gesù e Madre nostra
non cessa di collaborare con Cristo per la Salvezza dei
credenti. Al contrario, il suo amore, il suo interesse e la
sua intercessione in nostro favore sono diventati più
universali e più efficaci, così che giustamente viene
chiamata: Avvocata nostra, Ausiliatrice, Soccorso dei
cristiani, Rifugio dei peccatori e nostra mediatrice presso
il Figlio, il Signore".
"C’è una piccola frase nella sua lettera che ha raggiunto il
profondo della mia anima, ed è il grido di amore e di
gratitudine alla Vergine Santissima. Io la amo molto di più
adesso, dopo aver scritto il libro di Maria, perché
ho avuto l’occasione di leggere molte cose e molto
interessanti sulla nostra amata Madre del cielo. Da allora,
oltre alle mie usuali meditazioni, dedico una speciale
attenzione alla meditazione sulla vita di Maria. Stamani
pensavo alla sua vita di intimità con Gesù di Nazaret".
"Cerchiamo la volontà di Dio, e in primo luogo cerchiamola
nella linea dell’amore. Cosa ci si chiede su questa linea?
Di amarLo con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra
anima, con tutte le nostre forze; ma di amare anche tutte le
creature, soprattutto quelle che Egli amò di più. È qui che
in primo luogo si fa presente la Santissima Madre di Gesù".
"Nell’amore per Maria il nostro modello è Gesù" (frase che
soleva ripetere spesso).
“Ringrazio Dio perché ho constatato che voi lo cercate con
ansia in ogni gesto della vostra vita religiosa come
missionari dello Spirito Santo. Tuttavia la nostra vita è
difficile, e abbiamo bisogno di essere aiutati. Cercate
sostegno costante nel cuore materno di Maria. Lei vi ama più
di chiunque, e vi aiuterà in tutto ciò che state facendo e
ciò che vi proponete di fare.
Quando partecipate all’Eucaristia occupate un posto molto
vicino alla Madre di Gesù, lì ai piedi della Croce, dove si
trovava San Giovanni. Lei vi insegnerà come offrire quel
santo sacrificio.
Guadagnatevi già da questa vita, nel cuore di Maria, il
posto che desiderate occuparvi per tutta l’eternità".
"Oh Maria, amatissima Madre, mi consacro a te con tutte le
energie del mio animo. Oggi, domani, e tutti i giorni della
mia vita voglio essere tuo, voglio unire intimamente la mia
vita alla tua, e impegnarmi ad imitarti nel tuo amore, nella
tua purezza, e nella tua umiltà".
In un opuscolo, troviamo questa "Letterina" che Padre Félix
indirizza alla Santissima Vergine. È datata 29 Marzo 1937.
Gli restavano solo pochi mesi di vita:
"Madre amatissima: ti saluto con tutto l’affetto del mio
animo, e vengo a condividere con te una grande gioia.
Ti scrivo, Madre, per chiederti umilmente di aiutarmi a
contraccambiare totalmente l’amore di
Gesù. Col tuo aiuto, tutto sarà possibile!
Tuo figlio Félix, che ti ama tanto e chiede la tua
benedizione".
Ecco di seguito una delle espressioni in cui Padre Félix
riassume in maniera molto concisa tutta la sua spiritualità:
"Essere ostie in onore del Padre,
In unione con Gesù e Maria,
Sotto l’impulso dello Spirito santo,
Per la salvezza di tutti".
Concludiamo questo capitolo con questa citazione luminosa di
Paolo VI.
"Considerato il posto singolare che Maria occupa nel
progetto redentore di Dio, le è dovuto un culto altrettanto
singolare.
Questo culto intimo per Maria, non ci allontana dall’unica
fonte di verità, di vita e di grazia, che è Cristo; al
contrario, ci avvicina e ci unisce a Lui. Perché la
devozione a Maria, lungi dall’essere un fine in
se stessa, è un mezzo volto
essenzialmente ad orientarci verso Cristo, e in questa
maniera unirci al Padre
nell’amore dello Spirito"
.