CAPITOLO XVII
IL
PADRE
L’essenza della spiritualità di P. Felix consiste nell’amore e nella
devozione a ciascuna delle tre Persone della Santissima Trinità.
E
non potrebbe essere altrimenti, visto che meta ultima della spiritualità
della Croce è Dio Padre, al quale offriamo costantemente due offerte: la
principale, che è Cristo; e con Lui noi stessi, mossi dallo Spirito Santo
per mezzo del quale Gesù si è offerto costantemente all’Eterno Padre.
In
questo capitolo presentiamo una selezione degli scritti di P. Félix relativi
alla devozione alla Santissima Trinità e specialmente al Divino Padre.
"La
caratteristica principale del missionario dello Spirito Santo consiste in
una grande devozione alla Santissima Trinità: a ciascuna delle Divine
Persone".
"Ho
appena finito di trascorrere due mesi nel noviziato e ogni mattina proponevo
loro una meditazione. Ho insistito molto sulla devozione a noi più
congeniale: La Santissima Trinità, ciascuna delle tre Divine Persone".
"Voglio amare con tutta l’anima il Padre, il Verbo, lo Spirito Santo e far
sì che tutti amino queste Divine Persone. Che il mio amore per te, O Trinità
Santissima, cresca ad ogni istante, e che la mia unica ricompensa sia amarti
di più".
"È
vero che le tre Persone Divine sono inseparabili, ma sono veramente PERSONE
DISTINTE, infinitamente distinte, perché in Dio tutto è infinito. Il Padre è
il principio, colui che genera eternamente il Figlio. Il Figlio è colui che
riceve la vita dal Padre da tutta l’eternità e lo ama con amore infinito e
riceve dal Padre lo stesso amore infinito. Lo Spirito Santo è quell’Amore,
che da sempre procede dal Padre e dal Figlio e che è persona, come il Padre
e come il Figlio. Se Dio fosse UNO ma non TRINO, sarebbe un eterno
solitario, perché non potrebbe mai dare né ricevere l’amore divino in tutta
la sua capacità. Le creature non potrebbero alleviare la sua solitudine,
perché qualsiasi essere che non sia Dio, è infinitamente lontano da Dio".
"L’ATTENZIONE AMOROSA A DIO, è un innamoramento di Dio, una passione forte,
è il non potersi mai scordare né di Lui, né del Figlio, né dello Spirito
Santo".
La
vita di un missionario consiste nell’imitare quella del nostro amato Gesù,
vivendo con Lui nel Padre: «Io sono nel Padre e il Padre è in me» (Gv
14,10).
L’unione con Gesù per andare al Padre sotto la spinta del suo Spirito, è il
centro di tutta la nostra vita spirituale. Ma teniamo presente che è il
Padre che per primo ci porta a Gesù: «Nessuno può venire a me se il Padre
che mi ha mandato non lo attira» (Gv 6,44).
Da
qui che la nostra devozione al Padre ci unisce sempre più a Gesù, per mezzo
del dono del suo Spirito. Come Gesù, ripetiamo costantemente: «Io amo il
Padre Mio» (Gv 5,30; 12,50). I contemporanei di Gesù non ne videro che la
parte esteriore: l’uomo che operava in mezzo a loro e che, come tutti,
soffriva la stanchezza, la fame e la sete. Ma Gesù era sempre con il Padre,
sempre tranquillo, indicibilmente felice nel suo amore.
Dunque questa è la perfetta immagine di ciò che deve essere un missionario
dello Spirito Santo.
Il
grande segreto per diventare santi è racchiuso in queste parole del nostro
amatissimo Maestro: «Se qualcuno mi ama, il Padre Mio lo amerà e verremo a
lui e faremo dimora presso di lui» (Gv 14,23). Poiché noi siamo il tempio
del Dio vivente (cfr. 2Cor 6,16). Ed io sono convinto che l’effettiva dimora
in noi delle tre Divine Persone è il dogma centrale, di cui dobbiamo
alimentarci in ogni istante. Per questo diceva con giusta ragione Suor
Elisabetta della Trinità: “Da quando ho trovato IL GRAN SEGRETO, da quando
ho capito che le parole di Cristo e di San Paolo circa DIO IN NOI debbono
essere prese alla lettera, perché sono una realtà, da allora io ho fatto di
questa realtà il centro della mia vita”.
“Facciamo noi tutti di questa realtà il centro della nostra vita. Questo è
quello che ho predicato nel noviziato migliaia di volte, in questo consiste
l’ATTENZIONE AMOROSA A DIO, questa è la sostanza della vita contemplativa,
da cui non dobbiamo separarci neanche nel mezzo di un’intensa attività
apostolica.
Si
impegni per prendere coscienza di questa presenza attiva delle tre Divine
Persone in noi".
"Figlia mia, Lei non è mai sola. Quando ha questa tentazione, pensi che si
tratta soltanto della sua immaginazione, perché ciò è falso. È verità di
fede che le tre Persone Divine dimorano nelle anime che si trovano in grazia
di Dio. Questo è quanto ci dice Gesù: «Se qualcuno mi ama, il Padre Mio lo
amerà, e verremo a lui, e prenderemo dimora
presso di lui» (Gv 14,23). Sono parole del Signore. Sono parole tra le più
confortanti che ci ha detto, e sono state affidate ai Vangeli".
"Rendete grazie al Padre amatissimo per tanti benefici. Egli ci ha mandato
Gesù, ci ha mandato lo Spirito Santo (Gv 14,24). Tutto dobbiamo al Padre.
Che mai ameremo in questo mondo come dovremmo. Egli ci dato anche Maria come
Madre, e ci ha fatto dono della nostra vocazione, e con essa tanti benefici.
O Padre, Padre buono, Padre Santo, Padre misericordioso, Padre Eterno, Padre
Celeste, Padre da cui proviene ogni bene, Padre da cui viene ogni paternità,
Padre di Gesù Cristo, Padre amatissimo, Padre nostro: fa che noi, tuoi
figli, Ti amiamo appassionatamente".
"Supplico e imploro da Gesù ciò che chiedo per i miei figli e per me: Che
veramente amiamo il Padre Divino come Egli
lo ha amato, oltre ogni misura e fino alla morte di Croce".
"Soltanto Gesù può insegnarci ciò che il Padre è per noi e ciò che noi siamo
per Lui. Ma la rivelazione cristiana sulla nostra relazione con il Padre è
riassunta in questo nome che Gli dà Gesù: «È mio Padre e vostro Padre» (Gv
20,17). Colui che genera il Verbo dall’eternità, il Padre di Gesù Cristo, è
anche NOSTRO PADRE".
"Dopo mangiato sono andato a far visita alla Signora Cabrera; è molto
malata. Sta soffrendo dolori davvero molto forti e continui. Stavo per dire
crudeli, però no, niente è crudele, perché tutto viene dal Padre nostro,
specialmente nella vita di coloro che servono Dio. Egli è un Padre
infinitamente premuroso verso ciascuno dei suoi figli e ci procura ogni
bene, anche se a volte noi non lo capiamo. Tuttavia lo sappiamo con assoluta
certezza e questo è il più grande conforto per le nostre pene".
"Io
mi sento ogni giorno più e più attratto verso il Padre. E questo ormai da
molto tempo. Credo che questo sia il mio modo di imitare Gesù.
Non
ho dubbi che è lo Spirito Santo che mi orienta più e più verso il Padre
Divino, perché è lo Spirito Santo che fa di
ciascuno di noi una copia di Gesù".
"Un secolo fa non esistevamo, e
tra un secolo non esisteremo. Il tempo ci spinge di continuo. Veniamo al
mondo, viviamo e ce ne andiamo. E quanti milioni di persone non sanno né da
dove vengono né dove vanno! Ma noi lo sappiamo: il nostro viaggio è simile a
quello di Gesù. Come fu uomo, così fu anche viaggiatore di questo mondo.
Venne dal Padre, rimase tra noi 33 anni e
poi tornò al Padre per sempre. E così noi: veniamo dal Padre, camminiamo
molto uniti a Gesù attratti dal Padre e
spinti dallo Spirito Santo. Cosa ci manca perché il nostro viaggio sia
felice? Niente. Arriveremo al Padre e staremo nella Sua casa per sempre.
Quella è la nostra meta ed il nostro fine. Felici viaggiatori! Veniamo
dall’amore del Padre e andiamo verso l’amore del Padre…" .
In
un opuscolo di P. Félix, senza data, troviamo questa pagina,
intitolata PUNTI PER IL MIO ESAME DI
COSCIENZA:
-
Essere un’offerta per il Padre, in unione con Gesù, lasciando che Lo Spirito
Santo agisca in me, senza disturbare la sua azione.
-
Vivere in presenza del Padre Divino cercando di compiacerlo in tutto.
-
Guardare il Padre con lo sguardo di Gesù, con obbedienza perfetta.
-
Onorare il Padre. Amarlo. Pregare bene il Padre Nostro.
-
Imitare il Padre nella dolcezza e nella bontà esteriore ed interiore.
-
Essere fedele alle promesse fatte al Padre.
-
Fare qualche rinuncia nell’alimentazione e offrire questo sacrificio al
Padre.
-
Amare il Padre per tutti quelli che non Lo amano, come un figlio che
vorrebbe compensare il padre che vede non abbastanza amato. Gli dirò con
frequenza: Padre, Ti amo per tutti quelli che non Ti amano.
-
Cercare il Padre nel silenzio.
-
Vivere portando costantemente nel cuore il Padre.
-
Evitare che i miei occhi si distraggano, per restare più unito al Padre.
-
Avere più fiducia nel Padre, e maggiore gratitudine.
-
Trovare sempre rifugio nel cuore del Padre.
-
Maggior presenza del Padre in ogni Messa. Nella Comunione. Nell’azione di
grazie.
-
Abbandonarmi nelle mani del Padre, con amore, molto unito a Lui.
-
Il
Padre sempre: nella mia meditazione, nelle mie intenzioni, nell’osservanza
religiosa, nella mia coscienza.
"Tutta la nostra vita spirituale consiste nel vivere uniti a Gesù per
giungere con Lui al Padre, mossi dall’amore filiale che lo Spirito Santo
infonde nei nostri cuori".
“Si
innamori del Padre, lo ami sempre più ad imitazione di Gesù, in unione con
Gesù. Lo Spirito Santo la aiuterà".
“La
Chiesa ci insegna a rivolgerci in modo speciale al Padre. Guardate il vostro
Messale e vedrete che almeno il novanta per cento delle preghiere sono
rivolte al Padre. Il Padre è il principio e il primo in tutto, quindi il
Figlio è generato dal Padre e lo Spirito Santo procede dal Padre e dal
Figlio. Il Padre ha mandato il Figlio a redimere il mondo, e lo Spirito
Santo ha ricevuto la missione di santificarci. Il Padre, dunque, conferisce
missioni, ma Lui non ne riceve da alcuno.
Il
centro del culto cristiano è l’Eucaristia, e la si offre sempre al Padre, a
nessun altro.
Per
questo mi rattristai molto un giorno quando, predicando in un convento di
religiose sul Padre, una di esse mi disse: -È la prima volta che sento
parlare della prima persona della Santissima Trinità-.
Come si può vivere la Santa Messa se non si hanno una gran devozione ed un
grande amore per il Padre?
Non
smettete di progredire nella devozione al Padre
nostro e di Gesù; per imitare Gesù, per seguire la Chiesa, per
progredire nel cammino della vera unione con Dio, per godere sempre del Suo
conforto, per bere alla fonte di ogni grazia".
"Il
Padre è vita. Indubbiamente anche il Figlio e lo Spirito Santo lo sono; però
prima il Padre è vita, perché è principio. Lui ci dà il Figlio e lo Spirito
Santo, tutto procede dal Padre (cfr. 1 Cor 6,27).
Il
Padre è vita, è tenerezza, è misericordia, è perdono e promessa. La Sua
paternità abbraccia tutto. Andiamo al Padre! Al Padre di Gesù e Padre
nostro. È impossibile obbedire al Padre
senza riceverne un’abbondanza speciale di doni spirituali, perché Egli è il
principio e la fonte di ogni dono, in cielo come in terra".
Un
giorno, un novizio chiese a P. Félix:
-Perché non scrive per noi un libro sulla devozione al Padre? Così
conserveremmo per iscritto tutto ciò che Lei ci ha predicato su questo tema,
che Lei considera il più importante-.
Padre Félix rispose:
-Non è necessario figliolo, quel libro è già stato scritto: si chiama IL
VANGELO-.
E come è vero tutto questo. La
prima parola che si conserva di Gesù si riferisce al Padre: «Perché mi
cercavate? Non sapevate che io mi debbo occupare delle cose del Padre mio?»
(Lc 2,49). Ai suoi discepoli dice: «Mio
cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato e portare a compimento la
sua opera» (Gv 4, 34). E in un’altra
occasione riassume così tutta la sua vita: «Io faccio sempre ciò che piace
al Padre Mio» (Gv 8, 28).
Ogni qualvolta pregava, si
rivolgeva al Padre, e l’unica preghiera che ci ha insegnato è stato il
Padre Nostro (Mt 6, 9). Durante
l’Ultima Cena con i discepoli, rivolge una lunga preghiera al Padre, quindi
dice loro: «Perché tutto il mondo veda quanto amo il Padre, alzatevi e
andiamo». E si dirige al luogo in cui doveva essere catturato e condotto a
morte. E nell’Orto degli Ulivi torna a pregare il Padre: «Padre! Tutto è
possibile a Te. Allontana da me questo calice! Tuttavia non ciò che io
voglio, ma quello che Tu vuoi»" (Mc 14, 36).
E le sue ultime parole sulla terra, il suo ultimo pensiero, il suo ultimo
atto d’amore, fu per il Padre: «Padre, nelle tue mani raccomando il mio
spirito» (Lc 23, 46).
Possiamo veramente chiamarci discepoli di Gesù se il nostro amore non è per
il Padre? E davvero abbiamo bisogno di un altro libro oltre il Vangelo per
apprendere questa verità?
"Con grande gioia oggi mi
sono messo in preghiera e subito la presenza del Signore mi ha avvolto come
in un’atmosfera di allegria. Ho capito che il suo sguardo è amore e la mia
preghiera è stata come uno scambio di sguardo e d’amore.
O Padre amatissimo! Ho promesso di fissare per sempre solo su di Te i miei
occhi e di appartenere solo a Te… Ho promesso di darti ascolto sempre con
tutto il mio amore e di fare sempre la tua volontà"
"L’attenzione amorosa consiste nel guardare Dio,
nostro Padre. Ma mentre noi Lo guardiamo,
anche Lui ci guarda; oggi vorrei scrivervi qualcosa circa quello sguardo del
Padre:
Io
da sempre sono stato oggetto di quello sguardo, perché è lo sguardo di Dio,
ed esso resterà su di me per l’eternità. Quello sguardo mi infonde allegria,
forza e fiducia, mi dà coraggio e mi sostiene. Mi dice: Ama! Vieni! Sali
fino a me e parlami, perché sei il mio figlio amato! Altre volte mi dice:
Silenzio! Zitto! Ascoltami! Altre volte mi dice: Sii umile, fatti piccolo
davanti a Me. E mi incita e mi accompagna e non mi lascia mai solo. Quello
sguardo è il mio cielo sulla terra: mi
scalda, mi rinfresca, mi dà vita, mi uccide e mi risuscita nello stesso
tempo. È lo sguardo di un Dio che mi strappa da questo mondo e porta con sé
la mia anima. E se cado in piccoli errori, questo sguardo mi punge come una
spina, mi purifica e mi monda, perché è
AMORE. E la mia anima rimane più vicina di prima al cuore di Dio, che la
vuole tutta per sé. O sguardo del Padre, sguardo d’amore, non staccarti da
me e dai miei fratelli. Rendici puri, amanti, felici e santi!".
In
un opuscolo P. Félix scrisse questi pensieri, con i quali concludiamo questo
capitolo:
“Mi
sono messo in tua presenza, Padre amatissimo, e ho visto questo FIUME
ETERNO. L’ho visto? O è stata immaginazione?
Eri
TU? La fonte della divinità?…
Io
voglio essere tutto tuo e amarti appassionatamente, nel tempo e
nell’eternità; perché sono una gocciolina di questo Fiume… È vero,
Padre, che sono veramente tuo figlio?".
"Cominciai come sempre la mia preghiera: Padre amatissimo, ti adoro, ti
adoro e ti amo… Ma poi mi sentii come circondato da ogni parte, e fui capace
di dire soltanto: TU, TU, TU … e mi sentivo felice, in questa pienezza, ed
il Tu cambiò in Tuo… fu la mia totale donazione una volta ancora…".
"Incominciai la mia ora con buona volontà. Dedicata al Padre della mia
anima, all’Amore della mia vita, al mio amatissimo Padre. Però mi vennero
molte distrazioni. Supplicai l’amato Padre che si impossessasse di me e Gli
dissi che io avevo per Lui un senso di desiderio e non… Così con distrazione
completai la mia ora. Sia benedetto Iddio!”.
"Ero ansioso di andare col mio amato Padre, ma non fui libero fino alle ore
10.00. La carità verso i fratelli mi costrinse a ritardare la mia ora di
amore. Lasciai da parte tutta la corrispondenza anche se urgente. Prima
di tutto viene il Padre. Tutto il resto si aggiusta.
Davanti al Padre, mi unii spiritualmente con tutti gli uomini del mondo e in
nome di tutti i suoi figli gli dissi: Amatissimo Padre, ti adoro, ti amo, ti
chiedo perdono… Salvami, illuminami, portami a Gesù, perché Tu solo puoi
farlo".
"Fu
una giornata pesante. Dormii un poco e poi, alle 23.00 cominciai le mie
preghiere all’amato Padre, con tutta la mia buona volontà… Poi mi
addormentai fino a dopo la mezzanotte. Provai molta pena per il mio
cedimento… sarei rimasto in piedi pur di non addormentarmi, almeno questo
sarebbe stato un atto d’amore al mio amatissimo Padre. Farò così un’altra
volta".
"Padre perdonami! Tu conosci la mia povera vita… molto più che povera.
Perdonami! Ho tanti difetti… dai più piccoli ai
più grandi. Perdona i tanti peccati, le tante omissioni, e l’abuso della tua
grazia. Perdona tante dimenticanze e tanta freddezza. Davvero non voglio
essere così, no! Voglio vivere in intimità con Te. Ma prima il tuo perdono.
Oh Padre, perdonami e purificami!”.
Tuo
Félix
|